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Vaillant è un gruppo impegnato da tempo sul tema della responsabilità sociale e ambientale, e quindi della sostenibilità, perché opera in un settore altamente inquinante. Ha deciso di darsi un orizzonte di transizione ecologica chiaro, tradotto in obiettivi trasparenti e condivisi, perseguibili con il coinvolgimento reale di tutta l'organizzazione.

Ne parliamo con il CEO Gherardo Magri

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di Roberto Monti, Sales Manager e Partner VisionMind

L'intervista a Gherardo Magri è stata pubblicata dal trimestrale AIDP Direzione del Personale nel numero di DICEMBRE 2021 (a pag. 28). La Redazione di DdP ci ha gentilmente concesso la riproduzione.

L’articolo
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Sul vostro sito leggiamo di un blog dal titolo The Green Evolution: ci può spiegare di cosa si tratta?

È tecnicamente un grande contenitore di tutte le nostre iniziative sull'ambiente, ma a me piace definirla la nostra Casa del Futuro. Da diversi anni stiamo mettendo a punto iniziative virtuose per combattere il nostro nemico #1: le emissioni di CO2 (anidride carbonica), che mette a serio rischio la qualità dell'aria che respiriamo e soprattutto sono responsabili dei cambiamenti climatici in atto da molti anni.
Alcuni esempi concreti che riguardano la nostra sede italiana a Milano.
La caccia alla plastica aziendale: bandite bottigliette, bicchierini, cucchiaini, biro, sostituite da equivalenti riciclabili, distribuite borracce e tazze da tè e caffè per ridurre materiali di consumo.
Stop all'utilizzo insensato della carta: via le stampe inutili, eliminate 240.000 fatture all'anno, tagliato il numero di stampanti negli uffici, block-notes in carta riciclata al 100%. Installazione di un impianto fotovoltaico che garantisce la produzione di energia elettrica quasi a costo zero, illuminazione a led, ampio utilizzo di pompe di calore per rendere il nostro principale edificio near-zero-emission.
Flotta autoveicoli al 65% composta da auto ibride plug-in e full electric, installate colonnine per la ricarica in azienda, abbandonato il diesel in tre anni.
Utilizzo dell'innovativa vernice Airlite per esterni e uffici, capace di catturare la CO2.

La sostenibilità è una missione per Vaillant: in concreto, cosa state facendo per andare in quella direzione?

Il Gruppo ha annunciato il target di dimezzamento delle emissioni CO2 entro il 2030, con focus sulla produzione e la ricerca e sviluppo, sia delle emissioni dirette, sia attraverso prodotti sempre più green. Per l'Italia abbiamo parlato delle iniziative prese per la sede milanese.
Per quanto riguarda il mercato, invece, è da cinque anni che stiamo promuovendo una campagna di rottamazione delle vecchie caldaie - primi in Italia - energivore e nemiche dell'ambiente, purtroppo ancora 13 milioni. Stiamo ottenendo risultati straordinari: gli italiani capiscono che è venuto il momento di dare una mano all'ambiente, grazie anche a eco bonus molto attraenti.
Il vero passo avanti significativo sarà intervenire proprio sul parco installato, e la risposta sarà l'utilizzo dell'idrogeno, il cosiddetto green gas.
Noi produttori siamo pronti, Vaillant già entro l'anno con i primi prodotti che possono funzionare con il 20% di idrogeno, per poi arrivare al 2030 con gamme 100% compatibili.
Insieme a noi, però, si devono muovere anche le grandi società di energia che dovranno garantire che la capillare rete di distribuzione sia idonea per il nuovo gas: i segnali sono promettenti, la filiera ha capito che questa è una vera soluzione.
Una possibilità già disponibile è anche l'opzione elettrica con le pompe di calore a zero emissioni, perfetta per le nuove costruzioni dove è più facile l'installazione.
Su entrambe le nuove strade tecnologiche, noi di Vaillant siamo in prima linea e sentiamo forte la responsabilità di essere leader ispiratori per la comunità intera.

Parliamo delle vostre persone: come si stanno allenando per sviluppare la sensibilità e i comportamenti - individuali e collettivi - per offrire un contributo fattivo alla sostenibilità organizzativa e sociale?

Tutte le iniziative italiane citate le abbiamo pensate insieme, molte suggerite da colleghi in un dialogo incessante sui temi ambientali. Il green è entrato stabilmente da diversi anni nelle nostre agende, diventando un appuntamento fisso per aggiornarci e creare nuove idee. lo dico sempre che il segreto per un vero progresso non viene solo dalla tecnologia pura e dalle scoperte scientifiche, quanto da una profonda consapevolezza interiore che questa sia la strada giusta da percorrere e che si traduce in comportamenti virtuosi.

La sede di Milano di Vaillant Group Italia

L'allenamento di cui parliamo è fondamentale, perché i cambiamenti repentini dalla sera alla mattina per seguire il trend del momento sono effimeri: durano poco. Come si fa?
Bisogna dedicare tempo alla conoscenza del tema, mettere in condizione tutti di poterne parlare e di esprimere le proprie convinzioni per prepararsi ad un nuovo mindset, mettere a punto e implementare training ad hoc, dare l'esempio nell'attività quotidiane.
Non bisogna aver fretta nel perseguire il cambiamento, è piuttosto un processo slow da sostenere con consistenza, che però garantisce coerenza e determinazione nel medio-lungo periodo. Stiamo anche introducendo nuovi parametri ambientali negli obiettivi dei manager, a pari dignità di quelli tipicamente quantitativi.

Avete ridefinito il concetto stesso di stakeholder: come? E con quali risultati?

Stiamo mettendo al centro delle nostre priorità anche gli stakeholder, non solo gli shareholder. In un mondo che si sta aprendo alla condivisione e alla partecipazione, bisogna allargare gli orizzonti e coinvolgere più attori possibili per ottenere un cambiamento radicale.
Nella nostra lista di "portatori d'interesse" ci sono i colleghi, l'ambiente, i fornitori, i clienti, la comunità e le organizzazioni istituzionali. La prima cosa da fare è comunicare con chiarezza la nostra visione e strategia, creando un'interazione positiva nel cercare punti in comune. Successivamente si mettono a punto azioni da fare insieme per avere maggiore impatto sulla società.
Un percorso virtuoso in questa direzione è rappresentato dall'ottenimento della certificazione B-Corp (dove B sta per Benefit) e più in là della trasformazione societaria in Benefit Company, che dà sostanza e struttura alla politica verso gli stakeholder.
Noi ci apprestiamo a compiere questo passo, per rinforzare la nostra Casa del Futuro.

Per rendere strutturale il rinnovamento in Vaillant lei ritiene necessario un "nuovo umanesimo manageriale": cosa intende esattamente? E come pensa di stimolarlo?

Assolutamente fondamentale riparlare di nuovo umanesimo anche nelle aziende, perché mai come in questi momenti di grandi sconvolgimenti e fragorose cadute di ogni barriera, è necessario essere "guida" per le organizzazioni, che fanno fatica oggi ad avere riferimenti.
Non solo leadership, che considero un prerequisito per il manager, ma soprattutto autorevolezza etica che ispira la gente e propone un modello positivo da imitare.
Umanesimo, per me, significa mettere al centro davvero la persona-dipendente, con tutte le sue sfaccettature, utilizzando al meglio le sue capacità e facendolo sentire una vera risorsa per l'organizzazione. Significa definire un patto d'acciaio sui valori da condividere e sui comportamenti da tenere, al di là delle competenze tecniche e delle specializzazioni.
Puntare solo alla massima efficienza e produttività è un concetto che andava bene decenni fa e porta tendenzialmente ad abbassare la standardizzazione che tutti cercano di ottenere, senza accorgersi che così si va incontro a una mediocrità irreversibile.
Oggi bisogna riscoprire l'enorme eredità che solo noi italiani possiamo vantare rispetto a tutti gli altri: la cultura e il "sapere aude" la passione per la bellezza e la creatività, la nostra intelligenza emotiva innata e la comprensione del tutto.

Quali ostacoli - endogeni ed esogeni - vede lungo la strada della sostenibilità, e come pensa di superarli?

Soprattutto lo scetticismo e l'inerzia ad agire. Sembra che non ci siamo ancora resi conto che il countdown è scattato. Il ministro Cingolani ha fatto installare il primo orologio climatico in Italia sulla facciata del suo dicastero (è il quarto al mondo, dopo New York, Berlino e Glasgow), che fa proprio il conto alla rovescia con la data prevista di quando la temperatura mondiale salirà di 1,5 gradi, il famoso target di contenimento preso come soglia mondiale di non-ritorno. Il tempo previsto sul display è di circa sette anni e i numeri digitali in rosso ci dicono in modo spietato quanto poco ci manca in giorni, ore e secondi.
Bisogna mettersi in moto senza esitazioni anche con micro-azioni individuali e collettive ma, prima di tutto, con una grande campagna di sensibilizzazione, in cui ognuno di noi può esserne l'ambasciatore.

Qual è l'eredità che desidera lasciare, come persona e come professionista?

Domanda difficile, sul serio. Mi piacerebbe che i giovani non smettessero mai di inseguire i propri sogni e le proprie passioni, senza farsi scoraggiare dai fallimenti, con serietà e leggerezza.
Vorrei che ogni passaggio ed esperienza di vita, grande o piccola che sia, contenga sempre una dose di valore aggiunto che la faccia diventare indimenticabile, zero rimpianti.
Auspicherei che i grandi temi si affrontino insieme con la massima integrazione, rinunciando a vantaggi individuali a fronte del bene comune: niente politiche dei muri, c'è in ballo la sopravvivenza del pianeta e, in fondo, di noi.

Vaillant

Vaillant Group ltalia opera in ltalia da oltre 70 anni nel settore del comfort domestico proponendo tecnologie per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda.
In ltalia è presente con due brand commerciali: Vaillant e Hermann Saunier Duval.

Alcuni key data:

  • Più di 2 milioni di apparecchi installati in tutta ltalia;
  • 72% dei prodotti venduti sono ad alta efficienza;
  • Ogni anno oltre 4,000 professionisti partecipano alla nostra formazione tecnica;
  • Una rete di 1,100 centri assistenza tecnica;
  • 3.500 collaboratori assicurano un servizio globale.