Il pomeriggio del primo Dicembre, nonostante i pressanti impegni di fine anno, una folta platea di ospiti, rappresentanti Aziende di primo livello, ha partecipato all’evento organizzato da VisionMind e Assoservizi.
di Roberto Monti, Sales Manager e Partner VisionMind
L’apertura di Eugenio Guagnini Meardi ha introdotto il tema della qualità della formazione, essenziale affinché tutti gli sforzi profusi al miglioramento trovino fertile terreno e mettano radici profonde; in questo sia Assoservizi che VisionMind si riconoscono e reputano fondamentali la professionalità e la preparazione che li pongono all’avanguardia nei servizi formativi alle Imprese.
Roberto Monti Sales Manager e Partner VisionMind ha proseguito parlando di come sia possibile, cambiando paradigma e modalità, risvegliare i neuroni che a volte dormono sonni beati, in un mondo che tende ad appiattirci: perché ce n’è bisogno, perché è importante che ognuno di noi trovi il giusto mindset per affrontare le sfide che il mondo e l’economia ci pongono costantemente.
Andrea Mancinelli, Senior Consultant di VisionMind, ha coordinato e facilitato sessioni di Brainstorming sulla Leadership Creativa, scherzosamente minacciando gli ospiti non collaborativi di presentare le 97 slides PowerPoint della presentazione istituzionale, piena di numeri e statistiche, che dimostra quanto poco si faccia per la formazione in Italia (n.d.r: la presentazione è poi stata inviata a chi ne ha fatto richiesta).
L’obiettivo di svegliare i neuroni è stato ampiamente centrato, prova ne è stata la collaborazione creativa dei tre gruppi di ospiti che hanno lavorato insieme corroborati da una sana competitività e dal buonumore.
Grazie alla guida di Andrea e Roberto, la modalità del “pensiero divergente” ha fatto emergere idee e spunti utili a tutti e ha messo al bando le interferenze che normalmente inibiscono questo processo.
Si è parlato delle tre “U” (Urgenza di innovare – Uomini: le risorse giuste, non represse – Usabilità: avere un metodo per lavorare sulla nostra capacità di cambiare, attraverso degli strumenti organizzati)… visto l’ambito particolarmente “creativo” è stata aggiunta una quarta “U”: l’Uovo di Colombo! Facile se lo si conosce, difficile se non se ne è mai sentito parlare prima.
Un breve accenno all’utilizzo delle Mappe Mentali ha spiegato come sia possibile trovare un sistema che aumenti in maniera esponenziale le idee facilitando la connessione cerebrale e l’utilizzo dell’emisfero destro e sinistro.
Il pomeriggio si è concluso nel migliore dei modi grazie all’intervento di Gianluca Gibelli, Direttore Generale di Lyreco Italia, che, intervistato da Roberto Monti, ha raccontato come nella sua azienda la creatività, lo scambio di idee a tutti i livelli gerarchici aziendali e l’attenzione maniacale al cliente hanno consentito di portare Lyreco ad essere Leader nella distribuzione di prodotti per ufficio.
Che mercato ha trovato Lyreco quindici anni fa?
Quindici anni fa la situazione era ben diversa da oggi: porta a porta, con valigetta, a vendere cancelleria… (si usava ancora la parola “lapis”); non esisteva internet, ordini in triplice copia…
Come Lyreco è riuscita a diventare l’Azienda di riferimento nel suo settore?
Lyreco in qualità di start-up fece una cosa semplicissima: nessuno che avesse esperienza nell’ambito “prodotti ufficio” doveva entrare in Lyreco… vennero scelte persone senza esperienza nel settore, per fare qualcosa di totalmente diverso. Fu così che nacque il nostro catalogo, la consegna (in brevissimo tempo) anche solo di una penna, l’attenzione maniacale ai bisogni del cliente.
Oggi il nostro Customer Service risponde entro tre secondi, una volta avere il Customer Service rasentava la pura fantasia… ed è per questo che Lyreco ha stravolto il mercato.
Quindici anni fa Lyreco ha aperto la strada a ciò che oggi è lo standard per molte aziende. È facile innovare quando sei la Apple, difficile quando distribuisci penne e cancelleria.
Raggiunta la vetta come si fa a rimanerci?
Si rimane in vetta creando in un’organizzazione le condizioni favorevoli affinché la creatività sia continua, affinché i nostri dipendenti (molti dei quali con anzianità aziendali importanti) continuino a pensare fuori dagli schemi, a qualcosa di sempre diverso e migliorativo per il nostro cliente, senza aver paura di sbagliare.
Chi entra in Lyreco rimane sorpreso dalla totale assenza di barriere, progetti interfunzionali sono all’ordine del giorno e integrano persone che appartengono ai livelli gerarchici della nostra organizzazione più disparati.
Un altro punto fondamentale è che in Lyreco è vietato dire “No” oppure “abbiamo sempre fatto così”.
Roberto Monti - Voglio far presente una particolarità di Lyreco: In Direzione a fianco dell’ufficio di Gianluca Gibelli ci sono alla destra l’ufficio Risorse Umane e alla sinistra l’ufficio Customer Service; secondo me colui che mette al fianco del potere l’orecchio interno e l’orecchio esterno dell’organizzazione, da già una chiara idea di come gestisce l’organizzazione.
Qual è la difficoltà principale per Lyreco?
Creare il giusto mindset, il giusto ambiente e le condizioni favorevoli è indispensabile, ma è anche vero che lavorare così è più faticoso; quindi la difficoltà principale è quella di mantenere tutti, ma davvero tutti, sempre e costantemente fuori dalla zona di comfort; dalla teleoperatrice (che risponde col sorriso sulle labbra) al magazziniere, sino a me stesso: tutti dobbiamo tendere all’eccellenza.
Cos’è per Lyreco l’innovazione?
Quindici anni fa abbiamo stravolto il mercato e il mercato ci ha messo dieci anni a raggiungerci; adesso è ben diverso, se oggi noi apportiamo un’innovazione veniamo raggiunti dal mercato nel giro di dieci mesi.
Non esiste alcun vantaggio competitivo sull’innovazione di prodotto e quindi quando parliamo di innovazione parliamo di processo, di gestione dell’azienda e di proposta commerciale… di velocità di implementazione… certo che non è semplice.
Qual è l’errore che non rifareste?
Un errore, abbastanza classico per chi corre tanto, è stato di non ascoltare con la dovuta attenzione una proposta intelligente relativa ad un servizio che è comunque stata messa in atto qualche mese dopo.
Gianluca, guardando il 2012 qual è la cosa che ti preoccupa di più?
La poca propensione (o voglia) di ascoltare, ragionare e poter lavorare insieme con calma. Tutti pensano al risultato dei prossimi tre mesi e non è un bel modo di lavorare.
Quanti eravate nel 1996 e quanti siete adesso?
A settembre 1996 eravamo in dodici, adesso siamo in seicento.